Dicono che i dati siano il “nuovo petrolio” e, per grandi aziende e PMI che vogliano estrarne valore, la differenziazione risiede nel saperli raccogliere in modo economico ed efficace.
Il valore del dato
Si parla ormai da diverso tempo del valore del dato e di applicazioni Big Data, AI e IoT ma per le imprese che producono beni o forniscono servizi, sia che gestiscano direttamente le proprie apparecchiature o si affidino a terzi, la sfida non consiste più nell’avere una grande quantità di dati disponibili, bensì nel possedere la capacità di raccoglierli e sfruttarli nel modo migliore, da una prospettiva operativa, per migliorare affidabilità, efficacia ed efficienza dei propri processi o per innovare la propria offerta.
Gli “small data”
Ogni settore applicativo e ogni progetto smart e 4.0 è diverso, ed è quindi importante saper scegliere la tecnologia di raccolta del dato più adatta alla propria esigenza, tenendo presente che avere “tanti” dati non è necessariamente sinonimo di successo. Spesso, infatti, è sufficiente avere una quantità inferiore di informazioni purché siano quelle necessarie, precise, contestualizzate e raccolte in maniera efficiente al momento giusto.
Da un set di dati anche “piccolo” ma mirato, sarà più semplice rielaborare le informazioni per estrarre valore tanto che per esprimere questo concetto è stato introdotto il termine “Small Data”, che si contrappone quindi a “Big Data”. Per avere grandi risultati a volte bastano pochi dati, ma “buoni”: #smalldatabigresults.
“Less is more”: quando troppi dati non servono
Anche nella tecnologia, nell’innovazione e nel business vale il detto “Less is more”, cioè “il meno è più”. Vi sono infatti ambiti applicativi in cui è sufficiente raccogliere correttamente un solo parametro, o monitorare periodicamente nel modo giusto un set di dati dalle dimensioni contenute, per trasformare il proprio business.
È il caso ad esempio del Gruppo PSA che nel 2019 ha avviato un progetto su tecnologia Sigfox per monitorare la posizione di componenti in più di 2.000 siti europei lungo la propria Supply Chain, o Coyote, società specializzata nella localizzazione e recupero di veicoli rubati che ha introdotto la stessa tecnologia nei propri tracker per aumentare il tasso di recupero di veicoli grazie alla resistenza al jamming. In entrambi i casi, infatti, il dato di posizione non viene elaborato in maniera continua, ma adattando la frequenza di acquisizione in funzione del bisogno, su base programmata o del movimento nel primo caso ed in caso di furto nel secondo.
Molte aziende che intraprendono un percorso di trasformazione digitale tendono a presumere che avere molti dati le aiuterà e risolvere i loro problemi aziendali. In realtà non è sempre così: il vero valore aggiunto è riuscire a raccogliere e leggere con semplicità ed economicità, tra le migliaia di informazioni, quella realmente necessarie al proprio business.
Senza contare che le dimensioni dei Big Data potrebbero creare ulteriori sfide alle imprese, tra rischi per la sicurezza e la privacy, carenza di professionisti e analisti e difficoltà nell’archiviazione e nell’elaborazione.
Si tratta in sintesi di assicurare che dati ed analisi finiscano nelle mani giuste al momento giusto affinché possano essere usati come base per prendere le giuste decisioni contribuendo al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
0G: la tecnologia nata per gli “small data”
In questo contesto, la tecnologia 0G su protocollo Sigfox apre una nuova era nel campo dell’Internet of Things in ottica “small data”. Le reti Low Power Wide Area Network (LPWAN) a bassa potenza, di cui è leader Sigfox, hanno infatti ormai acquisito un ruolo ben definito nel panorama tecnologico del mondo IoT.
La tecnologia 0G, unendo le caratteristiche proprie delle LPWAN a quelle specifiche del protocollo Sigfox, abilita applicazioni caratterizzate da sicurezza, basso consumo energetico, semplicità d’uso e connettività wireless a basso costo rendendo possibile aggiungere connettività ad oggetti (asset, contenitori, merci, etc.) non ancora connessi. La tecnologia 0 G permette di coprire distanze di decine di kilometri ed è presente in oltre 70 Paesi nel mondo e grazie all’interoperabilità globale tra le reti di tutti gli operatori Sigfox, garantisce una continuità di servizio a livello internazionale.
EIT Smart e la tecnologia 0G per la raccolta dei dati
In qualità di Sigfox Operator in Italia, EIT Smart – società del Gruppo EI Towers – è l’unico operatore nazionale in grado di fornire i vantaggi di questa tecnologia alle aziende per applicazioni semplici caratterizzate dallo sfruttamento di un set definito di dati quali, ad esempio, la posizione ( per il tracking), lo stato (per sistemi di sicurezza), o una misura (per il metering ed il monitoraggio infrastruttutale).
Lato rete, I vantaggi della tecnologia 0G in ottica “small data” sono numerosi, a cominciare dal richiedere “solamente” un’infrastruttura di analisi e di stoccaggio snella ed economica.
Lato oggetto, il principale vantaggio è l’elevata durata della batteria dei sensori autoalimentati che avrà un impatto significativo sul Total Cost of Ownership della tecnologia adottata. Il costo è il risultato di tre diverse variabili: frequenza, disponibilità e precisione.
Avere “meno dati” significa quindi ottimizzare il costo totale della soluzione proposta e implementare tecnologie “ad hoc” specialmente pensate a questo scopo e completamente diverse da quelle che si sceglierebbero per ottenere una grande quantità di dati. In questo caso la tecnologia 0G risulta essere vincente se paragonata alle tecnologie cellulari e satellitari, più energivore e complesse da gestire.